Duemilacinquecento anni fa un filosofo cinese, Mak Zi (Mozi o Motzu in altri testi), fondatore del pensiero Moista, raccoglie, elabora, sviluppa, classifica, il sapere dell’epoca inerente un’antica tecnica di massaggio al piede: nasce l’arte dell’On Zon Su come la conosciamo oggi.
Letteralmente si potrebbe tradurre On Zon Su con l’Arte di Toccare il Tallone, con il significato di fornire importanza particolare al tallone, anche per la sua connessione con il mare dei midolli, ovvero il cervello. Una traduzione meno letterale, ma che ampliando il suo significato la rende maggiormente comprensibile, potrebbe definire l’On Zon Su come l’arte di Massaggiare il Piede.
L’On Zon Su è una pratica per la salute, e non necessariamente un metodo di cura: lo può diventare nel senso che è una pratica che può intervenire efficacemente su molte disarmonie, ma sarebbe riduttiva pensarla e adoperarla per questo. Ridurla al ruolo di terapia non permetterebbe al praticamente e al massaggiato di raggiungere i veri benefici insiti in questa disciplina.
Non possiamo neppure pensarla come una Riflessologia, e non è quindi paragonabile alla Riflessologia Plantare, anche se numerosi aspetti sono stati ripresi da quest’ultima, che ricordiamo ha origini occidentali (nasce in America e si sviluppa in Europa) e ben più recenti (fine ‘800 primi ‘900).
Alcune delle caratteristiche peculiari sono la presenza di diverse mappe che interpretano il piede in modo diverso, ciascuna con un significato ben preciso e un altrettanto specifico utilizzo a seconda del quadro energetico che si vuole riequilibrare, e l’utilizzo delle diverse dita della mano per effettuare i vari trattamenti e ottenere specifiche stimolazioni.
Ogni dito della mano (e del piede) ha infatti un legame energetico particolare con i 5 elementi (legno, fuoco, terra, metallo, acqua) e ciò permette di relazionare ciascun elemento con la zona del piede oggetto di massaggio, interagendo gli elementi tra loro, al fine di rafforzarli o disperderli.
L’utilizzo di diverse mappe consente inoltre, al contrario della riflessologia plantare, di slegarsi dalla mera relazione organi-apparati e punti riflessi, aprendo scenari di trattamento che consentono di lavorare anche su componenti ancestrali, piuttosto che emotivi e/o legati allo Shen.
Se desideri saperne di più seguici su www.ilnidodellanima, oppure dalla nostra pagina facebook, dove pubblicheremo richiami a questa magnifica disciplina…e per cortesia, non chiamiamola riflessologia del piede solo perché è un termine ormai noto e il trattamento è veicolato sul piede…chiamiamola On Zon Su!
Scrivi commento